Pia è una giovane designer di accessori che ha sempre avuto una passione per la creatività, pur non avendo un vero e proprio background artistico. Da un po’ di tempo a questa parte, però, dopo un viaggio in Togo dove si trova parte della sua famiglia, ha dato vita a Togo Nye, il brand grazie al quale abbiamo il piacere di conoscere più da vicino i tessuti e i colori meravigliosi dell’Africa.
Togo Nye è un’attività nata da poco, è vero che prima non avevi mai cucito?
È vero, ho imparato solo di recente, da autodidatta, guardando cucire mia suocera quando ero in Togo, poi una volta tornata in Italia guardando dei tutorial. Prima praticamente non sapevo nemmeno fare una piega.
Cosa ha fatto scattare questo interesse per il cucito?
Quando sono stata in Togo un anno e mezzo fa ho comprato molti prodotti del meraviglioso artigianato locale, tante cose le ho regalate finché non mi sono rimaste solo delle stoffe inutilizzate e così ho iniziato a pensare a come poterle utilizzare.
È stato allora che hai cominciato a cucire?
Sì, ho comprato la macchina da cucire a dicembre dell’anno scorso, in quel periodo ho anche scoperto di essere incinta così mio figlio è praticamente cresciuto “cullato” dal rumore della macchina da cucire. All’inizio però al massimo facevo qualcosa per me o per la mia casa, una fascia o un runner. Quando ho cominciato a pubblicare delle foto sono arrivati anche un sacco di like, commenti e le richieste delle amiche che volevano qualche accessorio per sé. Così è iniziato tutto, è stato un successo molto più di quanto mi sarei mai aspettata.
Napoli è nota come la città dei mille colori, proprio come i tuoi accessori che si notano appunto per i colori stupendi delle stoffe, è un sodalizio perfetto.
È vero, poi Napoli è per eccellenza una città multiculturale.
Quali sono secondo te i punti in comune, se ce ne sono, tra la cultura partenopea e quella del Togo?
Prima di andare in Togo ho affrontato un viaggio da sola in Kenya, organizzato nel giro di pochissimo tempo, per la “gioia” di mia madre. Purtroppo quel viaggio si è rivelato poco entusiasmante perché ho trovato un paese fin troppo occidentalizzato, lontano dal mio immaginario di Africa. Quando ho conosciuto il mio futuro marito che mi ha proposto di visitare il Togo non ero convinta, poiché la delusione era stata forte. Alla fine invece sono partita e ho scoperto un luogo autentico, poco contaminato dalla cultura europea perché lontano dalle principali rotte turistiche. Lì hanno un concetto di accoglienza molto simile al nostro, la loro porta è sempre aperta a tutti e hanno un calore umano e un’unità familiare che è come quella a cui siamo abituati noi Campani. Anche lo straniero viene accolto come uno di famiglia, infatti mi sono subito sentita a casa. Da questo punto di vista ci somigliamo tanto.
È un’esperienza di viaggio che auguro a tutti.
Intanto il pubblico Campano ha accolto benissimo le tue creazioni.
Sì, e non me l’aspettavo. Sarà anche che siamo reduci da un brutto periodo e che l’estate ci fa venire voglia di colori. Poi sono accessori semplici, pratici, li indossi e via.
Quindi è vero quello che si dice? Siamo aperti alle altre culture nonostante l’affetto che proviamo, giustamente, per la nostra iconografia e il nostro artigianato?
Il pregiudizio purtroppo esiste anche qui, ma rispetto ad altri luoghi è probabilmente meno sentito. Abbiamo in media una mentalità più aperta anche se poi certe dinamiche si possono verificare ovunque, a Napoli come altrove.

Anche il Togo ha una tradizione artigianale molto forte, che altro hai trovato lì giù?
Tante cose, ormai si può quasi dire che sono in amicizia con tutti quelli che vendono al mercato! Per esempio lì si lavora molto l’ebano, un legno pregiato, ed è molto diffuso il burro di karitè anche quello purissimo, di ottima qualità, ma qui da noi desta una certa diffidenza, forse perché non viene venduto dai grandi marchi.
La parte di famiglia che hai in Africa segue i tuoi progressi? Che ne pensa?
Sì, li aggiorno quotidianamente, in particolare mia suocera che è una sarta professionista ed è la mia mentore. Le mostro spesso delle foto e le ho già chiesto di insegnarmi anche a cucire vestiti.
Quindi pensi di fare anche abiti?
Per gli abiti ci vuole un vero e proprio studio, infatti vorrei dare merito a chi si è impegnato anni a seguire corsi, so che non è semplice. Magari mi farò insegnare giusto le basi, ma al momento non credo che mi cimenterò con cose particolarmente complesse, anche se poi non si può mai dire, la vita è così imprevedibile.
Quali sono, tra gli accessori, quelli che piacciono di più?
Le fasce, sicuramente, che sono pratiche e comode, molto semplici da indossare ma sicuramente d’effetto. Anche la borsa per la spiaggia piace molto, capiente, colorata, facile anche da lavare, per l’estate è ideale.
Hai anche una linea invernale?
Ho delle idee per il prossimo inverno. Già l’anno scorso avevo comprato dei tessuti, che poi non ho avuto modo di usare. Sto pensando a delle sciarpe in wax e lana, oppure dei colli o anche borse in ecopelle e wax, per colorare un po’ l’inverno.
È vero che alcune delle tue creazioni andranno anche in TV?
Sì è così, grazie a Maria Elena Curzio. Sono stata molto contenta di conoscerla.
La tua attività è in crescita praticamente inarrestabile anche se siamo reduci da un periodo di pausa forzata.
Sì, ne sono felicissima. In realtà io non mi sono mai davvero fermata, nemmeno durante la pandemia quando mi chiedevano persino le mascherine in wax. Se ci penso ancora non ho realizzato del tutto quello che sta succedendo, a volte mi sembra di parlare di qualcun altro.
Quindi come vedi Togo Nye tra qualche anno? Che progetti hai?
Ancora devo realizzare quello che sta accadendo adesso. All’improvviso mi sono trovata a fare cose che non avrei mai pensato di fare, anche per esempio chiamare un tipografo per farmi stampare le etichette. Sono ancora in una fase di confusione, anche perché ci sono molte novità nella mia vita, la casa, la famiglia con il bimbo ancora piccolo, ma sicuramente ho intenzione di continuare anche perché ho in programma un altro viaggio in Togo il prossimo inverno e sono già in contatto con tutti i miei fornitori di lì. Mi piace l’idea di poter sostenere sia l’economia della Campania che quella del Togo.
Ti troveremo nei mercatini o nelle fiere?
Me ne hanno proposti diversi, ma per il momento ancora non me la sento di impegnarmi con una fiera vera e propria. Poiché non mi aspettavo tutto questo successo non avrei nemmeno tutto il materiale necessario, quindi per adesso mi sto dedicando ai lavori su commissione.
Paola Cirino